Alcuni casi di malasanità seguiti dallo studio legale FCA
Lo studio legale FCA ha affrontato nel corso degli anni numerosi casi: offriamo di seguito una panoramica di quelli più recenti.
- Errore medico in sala parto – RISARCIMENTO DANNI MILIONARIO
- Una mamma fiorentina, avvertendo le consuete doglie, si è recata al Pronto soccorso dell’Ospedale San Giovanni di Dio (Firenze), dove venne accolta dai sanitari di turno, i quali però, nonostante alcuni tracciati evidenziassero una sofferenza fetale, decisero di attendere la nascita tramite parto naturale, invece che procedere con un taglio cesareo di urgenza.Una decisione si rivelò “fatale” per il nascituro il quale, in assenza di ossigeno, andava in asfissia, con conseguente ipossia celebrale e gravissimo danno neurologico. Il bambino infatti, ha riportato un’invalidità permanente pari all’80%, oltre ad una invalidità civile del 100%.A seguito di tali eventi, i parenti della vittima, si sono affidati all’avv. Francesco Cecconi che instaurava un procedimento civile contro la ASL, durante il quale è stato accertato che il ritardo dei sanitari nella effettuazione del taglio cesareo ha influito nella misura del 25% nella causazione del grave danno cerebrale: da qui il perfezionamento di un accordo transattivo dal quale è scaturito un risarcimento danni per la famiglia e per il minore di oltre 1.000.000,00 di euro.Responsabilità medica – qui di seguito l’articolo sul quotidiano la Nazione: Bimbo disabile per colpa dei medici”. Risarcimento record per i genitori
- Decesso della paziente per ritardata diagnosi di tumore alla mammella.
- Una donna romana di cinquanta anni si rivolge ad una struttura privata per effettuare il consuetudinario screening mammografico ai fini della prevenzione oncologica. Il referto è negativo. Dopo qualche mese si reca presso un’altra struttura, avendo sentito con l’autopalpazione la presenza di un nodulo al seno. La diagnosi è di carcinoma duttale infiltrante. L’oncologo ritiene di rivedere il precedente esame e si accorge di un grave errore di refertazione: trattasi di un errore di screening ovvero di falso negativo, con conseguente responsabilità dei sanitari per il ritardo diagnostico. La donna è purtroppo deceduta in corso di causa.
- Errata diagnosi prenatale e nascita indesiderata.
- Una coppia di giovanissimi genitori palermitani si rivolge al proprio ginecologo di fiducia al fine di sapere se la gravidanza della donna è regolare ovvero se ci sono problemi di salute per il feto. La donna effettua l’esame statistico della translucenza nucale. I genitori però vogliono avere la certezza che il concepito sia sano, pertanto si sottopongono a specifici test genetici che evidenziano un basso profilo di rischio, da valutarsi all’esito delle risultanze ecografiche. Gli ecografisti tranquillano la coppia, che decide di portare a termine la gravidanza. Purtroppo la bambina nasce con una gravissima malformazione cardiaca, che comporta basse aspettative di vita per la nata. I genitori chiedono ai sanitari e all’azienda ospedaliera il risarcimento dei danni per aver ricevuto una consulenza prenatale errata e quindi per essere stati privati del diritto ad esercitare l’interruzione volontaria della gravidanza. La coppia, su consiglio di noi legali, chiede anche il diritto del risarcimento per la stessa bambina nata malformata, per il danno non patrimoniale dalla medesima patito.
- Decesso del giovane paziente per errata pancolonscopia.
- Un cinquantenne si reca presso una struttura sanitaria al fine di sottoporsi a pancolonscopia, per la rimozione di alcuni polipi. Una volta effettuato l’esame, nel ritorno a casa, accusa fortissimi dolori addominali, quindi si reca al più vicino pronto soccorso, dove gli viene diagnosticata una forte distensione addominale e quindi viene sottoposto a nuova pancolonscopia, cui segue una TAC ed una RX che manifestano la persistenza della distensione in modo piuttosto evidente.Solo dieci giorni dopo, a seguito di alcuni controlli derivanti da un continuo peggioramento delle condizioni del paziente, i sanitari si decidono ad intervenire chirurgicamente purtroppo con estremo ritardo; tanto che in tale occasione rilevano una perforazione dell’intestino e un conseguente shock settico, dovuto a una eccessiva pressione ed erronea manovra durante la prima pancolonscopia. Il paziente non riesce a superare la grave infezione contratta a seguito della perforazione e decede per insufficienza multiorgano .Dopo la morte del giovane paziente, i parenti citano la struttura sanitaria, addebitando a questi ultimi la responsabilità per la errata e ritardata diagnosi e per il ritardato intervento chirurgico chiedendo un risarcimento dei danni non patrimoniali e patrimoniali derivanti dalla perdita del loro caro congiunto. Ad oggi, dopo la causa giudiziaria, i parenti sono stati ristorati dei danni patiti a seguito della condotta dei sanitari che, con i propri errori, ha cagionato la morte di un giovane paziente.
- Errore in sala parto e gravi danni neurologici al neonato.
- Una giovane donna rimane incinta e durante la gestazione tutto procede secondo la norma : gli esami sembrano non destare preoccupazioni. Durante il parto naturale la bimba nasce cianotica, con assenza di pianto e viene pertanto trasferita con urgenza a reparto di Neonatologia ed intubata. La piccola neonata viene quindi trasferita in un ospedale più specializzato e ricoverata in terapia intensiva per tre settimane. Ad oggi, la piccola ha gravi problemi neuronali, nessuna possibilità di deambulazione, di nutrizione autonoma o controllo degli sfinteri; e quindi una invalidità pari al 75% che la accompagnerà, purtroppo, per tutta la vita.Viene accertato tramite consulenze medico legali che i danni riportati dalla piccola sono dovuti alla mancanza di ossigeno al cervello, circostanza che poteva essere evitata dai sanitari attraverso l’indicazione di un parto cesareo che avrebbe dovuto essere effettuato 4 ore prima a quando è stato invece indotto il parto naturale. A seguito di tali eventi, i genitori decidono di agire contro l’ospedale e, dopo l’iter giudiziario, grazie anche alla perizia del consulente tecnico nominato dal Giudice (che conferma totalmente la tesi prospettata dai genitori), gli stessi hanno ottenuto un risarcimento danni, patrimoniali e non.
- Medici sbagliano la diagnosi e le terapie con conseguente enucleazione dell’occhio di una bimba di 3 anni.
- Ad un piccolo di due anni viene diagnosticato un tumore maligno all’occhio (retinoblastoma). Vengono quindi predisposte le cure e viene registrato, nei tempi successivi, una riduzione del volume della massa. Purtroppo però, poco tempo dopo, i sanitari registrano un recidiva della malattia che, nell’impossibilità di agire altrimenti, porta i sanitari ad asportare il bulbo oculare del piccolo e ad impiantare una protesi.Dopo che i genitori del piccolo si sono rivolti al nostro studio, e grazie agli approfondimenti del medico legale di nostra fiducia, è stato accertato che i sanitari hanno agito con estremo ritardo nel prestare le cure al piccolo paziente ed hanno altresì valutato erroneamente l’evolversi della malattia, contribuendo così alla sua progressione fino alla asportazione del bulbo oculare, intervento, quest’ultimo, che si sarebbe potuto evitare se gli stessi fossero intervenuti con maggiore tempestività e d efficacie.Oltre a ciò è stata anche attribuita agli stessi sanitari una ulteriore responsabilità per aver impiantato una protesi sottodimensionata rispetto alla età del bambino, circostanza questa che lo ha costretto a continue visite, controlli ed evidenti disagi, nonché una impossibilità di sviluppo anatomicamente simmetrico con la protesi.Per queste ragioni sono stati riconosciuti al piccolo (oggi di undici anni) e ai suoi genitori i danni patrimoniali e non derivanti da tali responsabilità mediche.
- Bimbo nato con spina bifida: si tratta di un errore di diagnosi prenatale?
- Una giovane donna partorisce un bimbo affetto da spina bifida, che presenta oggi gravi malformazioni cerebrali ed anomalie alla colonna vertebrale che ne impediscono la corretta deambulazione. Nonostante le ecografie effettuate in centri specialistici in gravidanza, la malattia non veniva diagnosticata in epoca prenatale. I genitori avevano inoltre chiaramente riferito al ginecologo di voler sapere se il feto era sano o meno, per vivere consapevolmente la fase della gravidanza ed eventualmente decidere se interromperla o meno. Tuttavia il ginecologo né aveva suggerito il dosaggio dell’acido folico durante i primi mesi della gestazione (che statisticamente incide in modo significativo sulla prevenzione della malformazione) e neppure aveva consigliato la amniocentesi, che se effettuata precocemente permette di individuare la predetta malformazione del sistema nervoso. Va considerato anche recenti tecniche permettono di intervenire sul feto con operazione in utero. Pertanto i genitori si sono rivolti al nostro studio per un preliminare parere di procedibilità dell’azione risarcitoria contro lo specialista di fiducia che ha avuto in cura la signora durante la gravidanza. All’esame della relativa documentazione sanitaria sono inoltre emersi profili di colpa dell’ecografista.
- Deficit neurologici al bambino a causa di vaccino.
- Errore del chirurgo provoca il decesso di una ragazza di 16 anni.
- Chirurgia estetica: chiesti danni al chirurgo estetico per erroneo posizionamento delle protesi al seno.
- Un Signora decide di sottoporsi a un intervento estetico al seno, una settimana dopo accusa però forti dolori al petto ed infezioni in corrispondenza delle cicatrici. Inoltre, il seno risultava asimmetrico e con cicatrici molto evidenti. Questi risultati costringono quindi la paziente a sottoporsi a ulteriori interventi correttivi, al fine di eliminare gli errori, gravissimi ed antiestetici, del primo chirurgo.Grazie ad una perizia del Consulente Tecnico nominato dal Tribunale che accoglieva la perizia predisposta da medico legale di nostra fiducia, alla paziente sono stati risarciti i danni patrimoniali e non, ma le sono stati anche restituiti parte degli importi spesi per la inesatta prestazione medica
- E’ possibile morire a 20 anni per una polmonite? Errata diagnosi e decesso del paziente.