31 maggio 2022
Secondo un report del 2019 redatto dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie, circa la metà dei morti europei per infezioni ospedaliere da batteri resistenti agli antibiotici avviene in Italia.
L’italia è dunque è al primo posto, in senso negativo, per decessi di pazienti derivanti da infezioni nosocomiali da batteri resistenti.
In Europa, peggio solo la Romania e la Grecia.
Il risultato finale è che chi entra negli ospedali italiani rischia, nel 10% dei casi, di contrarre una infezione nosocomiale
Si calcola inoltre che 1 paziente su 10, entrando in un ospedale italiano, rischia di infettarsi e, molto frequentemente, tale germe è resistente agli antibiotici.
Si tratta di numeri impressionati, che dovrebbero far riflettere, anche per l’indubbia incidenza che ciò comporta per le casse dello Stato: una recente analisi condotta dal EEHTA del CEIS dell’Università di Tor Vergata (Mennini F.S. e Sciattella P., 2021) ha evidenziato come le infezioni correlate all’assistenza comportino un aggravio di circa 600mila euro annui per il nostro Paese.