Nel caso in cui la vittima deceda a poche ore di distanza dal sinistro (specificatamente 6 o 7 ore dopo), i parenti di quest’ultima hanno diritto al risarcimento di uno specifico aspetto del danno morale, cioè il danno catastrofale: la sofferenza patita dalla vittima che, in agonia, assiste consapevolezza alla perdita della propria vita è una sofferenza che può e deve essere risarcita. Vediamo come secondo la Cassazione.
La fattispecie
A seguito di un incidente stradale, il conducente di una delle autovetture coinvolte decede e i parenti di questo agiscono in giudizio al fine di ottenere il risarcimento del danno. Il Tribunale e la Corte di Appello accordano ai parenti una somma a titolo di risarcimento, ma questi decidono di ricorrere in Cassazione dal momento che i giudici dei precedenti gradi di giudizio avevano escluso la risarcibilità dei danni non patrimoniali ereditari in favore dei ricorrenti, in quanto la vittima è sopravvissuta al sinistro per poche ore ma in stato di incoscienza fino al decesso.
Il principio di diritto
La Corte di Cassazione, con sentenza n. 11250 del 2018, ha rigettato il ricorso dal momento che in caso di morte della vittima a poche ore dal sinistro stradale, il risarcimento del danno catastrofale può essere riconosciuto agli eredi, a titolo di danno morale, solo se questo danno è precedentemente entrato nella sfera patrimoniale della vittima, che ne era quindi titolare al momento della morte e l’ha così trasmessa ai suoi eredi. In questo caso, non essendoci una prova della lucidità e della coscienza della vittima in questo intervallo di tempo, la lesione del diritto alla vita non può essere risarcita, quindi spetta agli eredi solamente il risarcimento conseguente alla lesione della possibilità di godere del rapporto con la persona defunta.
Conclusioni
In accordo con la precedente giurisprudenza, i giudici della Corte di Cassazione chiariscono che gli eredi della vittima di un sinistro possono ottenere il risarcimento del danno catastrofale solo e soltanto quando vi sia un relativo lasso di tempo tra il sinistro e la morte e quando in tale periodo di tempo la vittima abbia consapevolmente e lucidamente assistito alla perdita progressiva della propria vita.